Criptovalute in Italia: mercato, novità normative e rischi
- Giovanni Currò
- 6 mar
- Tempo di lettura: 4 min
Il Governo italiano ha recentemente proposto una manovra finanziaria per il 2025 che prevede un significativo aumento della tassazione sulle plusvalenze derivanti dalle criptovalute. La nuova aliquota passerà dall’attuale 26% al 42% per importi superiori ai 2.000 euro. Questa decisione rappresenta un cambiamento sostanziale nel panorama fiscale italiano e ha suscitato reazioni contrastanti tra investitori, esperti del settore e autorità di regolamentazione.
Ma per comprendere fino in fondo questa affermazione occorre richiamare alcune nozioni di base in merito alle criptovalute. Le criptovalute sono valute digitali che utilizzano la crittografia per garantire transazioni sicure poiché si generano e si scambiano esclusivamente per via telematica. Non è pertanto possibile trovare in circolazione, ad esempio, dei bitcoin in formato cartaceo o metallico. A differenza, infatti, delle valute tradizionali, le criptovalute non sono emesse da un'autorità centrale e non hanno forma fisica.
Le criptovalute attraggono investitori per diversi motivi: si ha la percezione di usufruire di un’opportunità per ottenere rendimenti elevati. Sicuramente altro elemento è costituito dalla tecnologia blockchain, che sta alla base delle criptovalute, vista come un'innovazione rivoluzionaria che potrebbe trasformare vari settori, dall'economia alla finanza. Infine il mercato delle criptovalute è considerato come un mercato “aperto” a chiunque, permettendo anche ai piccoli investitori di partecipare.
Ma ora caliamo questa realtà nel mercato italiano. Secondo i dati dell'Osservatorio sulle Criptovalute (OAM), nel 2023 il numero di italiani che possiedono criptovalute ha raggiunto circa 2,8 milioni, con una capitalizzazione a Marzo del 2024 pari a 2,7 miliardi delle valute virtuali detenute dalla clientela nostrana.
Solo per fare un esempio abbastanza esplicito, il mercato borsistico italiano ha una capitalizzazione di mercato di circa 700 miliardi di euro. Sebbene il mercato delle criptovalute sia ancora molto più piccolo, la sua crescita rapida e l'interesse crescente da parte degli investitori lo rendono un settore da monitorare attentamente.
Sempre l’OAM, nel rapporto pubblicato il 10 ottobre 2024, indica come all’interno della categoria delle persone fisiche, la clientela inclusa nella fascia d’età tra i 18 e i 29 anni rappresenta la quota maggiore, pari al 37%, seguita dai clienti con età compresa tra 30 e 39 anni (28%). Il peso percentuale si riduce man mano che sale la fascia d’età, arrivando all’1% per gli ultrasettantenni.
Per quanto riguarda invece le persone giuridiche (appena lo 0,09% del totale) a livello geografico sono concentrate nelle aree del Nord e del Centro Italia (rispettivamente 30% e 11%) ma la più ampia percentuale di soggetti risiede all’estero (52%).
Come detto tale mercato merita particolare attenzione proprio per la fascia di età coinvolta negli investimenti nelle valute virtuali. Pertanto in ottica futura è necessario attenzionare tale settore, in quanto il numero di italiani interessato risulta volatile ma costante oltre i 2 milioni.
Come anticipato già all’inizio di questo articolo, la nuova legge di Bilancio dovrebbe prevedere un aumento delle tasse sulle plusvalenze derivanti dall'investimento in criptovalute. In particolare si dovrebbe prevedere un’aliquota applicata pari al 42% per importi superiori a 2000 euro.
Tale scelta ha sicuramente suscitato reazioni negative da parte di investitori ed esperti del settore che sottolineano come questo cambiamento possa spingere, ad esempio, gli investitori a spostare i propri capitali all'estero, creando gravi distorsioni sul mercato, compromettendo conseguentemente la competitività del mercato delle criptovalute in Italia ed il relativo potenziale introito fiscale a lungo termine che lo stesso potrebbe generare.
Alcuni osservatori evidenziano che una misura del genere, se definitivamente approvata, potrebbe, infine, creare una forte asimmetria tra il settore emergente delle criptovalute e il mercato tradizionale degli strumenti finanziari e potrebbe incentivare, addirittura, la ricerca di strategie di evasione fiscale, con il rischio di un incremento delle attività illecite nel settore.
Sono stati annunciati in tal senso alcuni correttivi alla legge di bilancio 2025 per ridurre questa forte asimmetria.
Con riferimento alla attività a rischio il crescente utilizzo delle criptovalute ha sollevato preoccupazioni significative nell’ambito del riciclaggio di denaro e del possibile finanziamento del terrorismo. Le caratteristiche intrinseche delle criptovalute rendono il loro uso attraente per attività illecite. Ecco alcuni dei principali rischi associati:
1. Anonymity e Decentralizzazione
Molte criptovalute, come Bitcoin, offrono un certo grado di anonimato. Sebbene le transazioni siano registrate su un blockchain pubblico, l'identità degli utenti può rimanere sconosciuta, facilitando operazioni illecite. Questa mancanza di tracciabilità rende difficile per le autorità identificare e perseguire i criminali.
2. Piattaforme Non Regolate
Il mercato delle criptovalute è caratterizzato da un'ampia varietà di exchange, molti dei quali operano senza regolamentazione adeguata. Queste piattaforme possono essere utilizzate per convertire criptovalute in valuta FIAT senza sufficienti controlli Know Your Customer (KYC), aumentando il rischio di riciclaggio.
3. Transazioni Internazionali
Le criptovalute possono essere trasferite rapidamente e a basso costo a livello globale. Questo facilita il movimento di fondi tra giurisdizioni con normative diverse, rendendo difficile per le autorità monitorare e bloccare transazioni sospette.
4. Utilizzo di Mixer e CoinJoin
Servizi di mixing, o "mixer", permettono di mescolare criptovalute provenienti da diverse fonti per oscurare la loro origine. Questo rende ancora più difficile per le autorità rintracciare i fondi e identificare attività illecite. Allo stesso modo, tecniche come CoinJoin aggregano più transazioni in un'unica transazione, rendendo complicato il tracciamento.
5. Smart Contracts e Progetti DeFi
Le piattaforme di finanza decentralizzata (DeFi) e gli smart contracts possono essere sfruttati per creare strutture complesse di finanziamento che occultano l'origine dei fondi. Questi meccanismi possono facilitare il riciclaggio di denaro attraverso prestiti e scambi anonimi.
In conclusione i rischi di riciclaggio legati alle criptovalute richiedono un'attenzione particolare da parte delle autorità di regolamentazione, delle forze dell'ordine, degli operatori e degli Istituti di credito. È fondamentale sviluppare e implementare normative efficaci che possano mitigare questi rischi, garantendo al contempo che l'innovazione tecnologica continui a prosperare. Le piattaforme di scambio e gli operatori del settore devono adottare misure rigorose di compliance e KYC per garantire la sicurezza e l'integrità del mercato delle criptovalute.

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